Anche in Italia è arrivata la proposta di legge di stabilire un tetto minimo d’età per iscriversi ed utilizzare i social network.
Ormai, in vari paesi del mondo siamo nel pieno dell’era digitale e i social stanno prendendo sempre più il sopravvento, soprattutto per i più giovani.
Seppur la potenzialità di questi strumenti può ancora essere sfruttata al meglio, in Italia, come del resto anche in Francia si cerca di stabilire delle limitazioni al proprio utilizzo.
Se Tiktok ha deciso autonomamente di imporre determinati limiti di utilizzo in base all’età dei propri utenti, in Italia e dai nostri cugini francesi è arrivata la proposta di legge di vietare ogni tipo di social network ai più giovani.
Social vietati ai più piccoli: cosa sta succedendo?
Se qualche giorno fa in Francia è arrivata la proposta del gruppo Horizons di vietare tutti i social ai minori di 15 anni, anche in Italia arrivano le prime richieste dal Garante per l’Infanzia Carla Garlatti.
L’unica differenza con la proposta francese sarà l’età, infatti in Italia si vuole imporre il limite a 16 anni per adattarsi al nostro sistema normativo.
Infatti nel nostro paese, 16 anni si può: sposare, riconoscere un figlio e chiedere se un processo si possa svolgere a porte chiuse.
C’è però da segnalare come sia la Francia che l’Italia non sono i primi paesi dell’Unione Europea ad aver fatto determinate proposte, in quanto in pesi come Germania Olanda e Lussemburgo, questo limite di iscriversi ai social a 16 anni è già stato imposto diversi anni fa.
Inoltre, per evitare che un minore di 16 anni possa aggirare questo divieto, nella proposta del garante per l’Infanzia vi è anche la possibilità di inserire un nuovo sistema di verifica dell’età, come lo Spid.
Si tratta in pratica di istituire un nuovo sistema per la verifica dell’età dei minorenni che accedono ai servizi digitali basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, così da mantenere pienamente tutelato il diritto alla privacy” ha dichiarato Carla Garlatti.
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